<$BlogRSDUrl$>

soffritto

IL BLOG CHE CERCAVI!

20 novembre 2003


Ieri, il mio amico Willy (sì: ho un amico che si chiama così, e spesso usciamo con una tipa che si chiama Maia) mi raccontava di aver subìto un'aggressione da una sua paziente. Questa, uscendo dal suo studio, gli diceva non mi basta solo un saluto, oggi; voglio un bacio. Lui fa per darle un bacio sulla guancia e lei: non sulla guancia, voglio un bacio in bocca. Al ché W. : ma tu sei tutta matta. In quell'attimo la donna, ammaliata dal fascino del suo terapeuta (che in quel momento rappresentava per lei, forse, il suo possibile padre) gli si avvinghia e comincia a morderlo, e parte una lotta che W. sostiene essere durata un paio di ore. In due, chiusi in uno studio senza poter chiamare nessuno fuori e bloccati: lei che cerca di fargli male, lui che vorrebbe tirarle un cazzotto sui denti ma non può farlo. Finale: arriva un altro paziente che dà una mano a Willy a tener ferma la donna mentre lui chiama polizia e psichiatri.
Embè, dico io? Ecco un caso di schizofrenia, mi dice lui, guardandomi fisso negli occhi.
Ripenso alla scena e dico: ma io credevo che fosse un'altra cosa, la schizofrenia. Lui, guardandomi con il suo affascinante sorriso: ci sono varie forme di schizofrenia: c'è quella catatonica, quella x, quella y, quella sempronia, etc.
- ma non potevi immobilizzarla, tirarle un pugno in testa?
- ci ho provato, ma in quello stato non sentono dolore, certe persone. (me lo dice con voce suadente).
Comincio a innervosirmi e chiedo spiegazioni sul come si può diventare schizofrenici, e lui, imperturbabile, mi racconta elegantemente che ci sono tre fattori che portano a quel punto: un fattore genetico, uno ambientale e un fattore-evento che scatena il tutto.
Chiesi se aveva mai visto qualcuno guarire da questa malattia; lui mi rispose che si trattava di una possibilità remota, ma che in certi pazienti aveva notato dei miglioramenti. Non potei fare a meno di notare un certo bagliore nei suoi occhi mentre mi parlava, come se cercasse di dirmi qualcosa.
Poi dopo che mi ebbe avvisato che non poteva intrattenersi oltre, perché in studio lo attendevano dei pazienti, lo salutai, pensando alle malattie genetiche che avrebbero potuto trasmettermi i miei.
Ci siamo salutati come al solito, anche se mi veniva il sospetto che il solito saluto non mi bastasse, che ci volesse un bacio. Tornando a casa mi investì uno scooter, ma non sentii nessun dolore.


Ecco un nuovo segno del Natale: basta col solito presepe, con il vecchio e marcio albero, basta con i dolci, i balocchi, i panettoni, il signor Bistefani. Basta. Non ci sono neppure i festoni natalizi, a Padova. Ma i greatest hits sì. Tutti i negozi di dischi hanno in vetrina il best of... di qualcuno. Ogni giorno uno nuovo. Red hot Chili Peppers, Rem, Peter Gabriel, Gigi d'Alessio, Nek, financo Masini. Marco Masini. Finché non mi compro il meglio di Marco Masini mi posso considerare psichicamente sano, vero? sì.

e finalmente, dopo aver messo su la traccia numero sette, dopo averla ascoltata tutta per bene, dopo aver fatto attenzione alle parole, capisco tutto. Non sono malato. Non ho un periodo buio. macché schizofrenia, depressione, panico. Non avevo capito niente, finora, della causa dei miei mali.
la malinconoia.


pensato da alberto  alle ore 12:35 AM
Comments: Posta un commento

Archives

agosto 2003   settembre 2003   ottobre 2003   novembre 2003   dicembre 2003   gennaio 2004   febbraio 2004   marzo 2007   maggio 2007  

brekane, anacleto, vabe.m., scrauso, eriadan

This page is powered by Blogger. Isn't yours?