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IL BLOG CHE CERCAVI!

25 gennaio 2004


La febbre a quasi trentanove mi procura grandi fastidi: malditesta, ritardi negli esami, maldiesami e ritardi di testa. E soprattutto mi costringe a stare a letto a guardare la televisione tutta la giornata. Vorrei dormire ma, ahimè, non ho sonno. Bonolis intervista una sedicente Mata Hari reincarnata, la De filippi fa vedere due tipi che si conoscono ed escono insieme, Fede fa vedere Berlusconi che canta il suo inno, Studio Aperto fa vedere le tette di qualcuna e parla di un padre di famiglia che si è suicidato, Laetitia Casta (si scrive così?) si fa intervistare da Bonolis. E dopocena sulla Rai e su Mediaset ci sono fiction e film vari, su la7 c'è Star Trek, su tutte le altre televisioni c'è Empoli-Juve. Con trentanove di febbre non potevo avere le allucinazioni, almeno? Avrei preferito.
Comunque, diosialodato, mio padre lascia il pc alle dieci e un quarto e io, incurante del mio stato fisico, mi trascino davanti allo schermo. Veramente avrei anche tanta fame, vorrei una pizza.
Cosa volevo scrivere, poi? Ieri sera mi sembrava tutto così facile; avevo pensato questolodevoscriveresulblog e mi era parso molto limpido, quello che volevo dire. Adesso non ne sono più così sicuro.
Comunque: passeggiavo in via altinate dopo aver lavorato tutto il giorno, stavo raggiungendo l'agognato spritz sotto il salone, e ho avuto l'idea di mettere nel lettore portatile Bad di Michael Jackson. (L'avevo portato in negozio per ascoltarlo con Fabio che è un grande fan). Mi son detto, vediamo che effetto mi fa risentire "man in the mirror" con le cuffie: l'ultima volta che l'ho fatto avrò avuto tredici anni.
Nessuna differenza. La canzone è uguale (l'unica novità è che adesso mi evoca delle immagini di bambini a letto in compagnia di un adulto) e la testa pensante che l'ascolta è uguale.
Non sto invecchiando.
Ho sempre paura delle stesse cose, prima degli esami -che una volta si chiamavano compiti in classe- me la faccio sotto, mi trovo ancora a pensare alla reazione dei miei davanti ad un brutto risultato, ho ancora lo stesso rapporto con l'amore, ho ancora lo stesso rapporto con il mio corpo. (Oddio, a tredici anni avevo un rapporto un pò più intenso col mio corpo, ma l'età era giusta e ogni cosa mi spingeva a fare lo stesso rituale movimento con le estremità degli arti superiori e il mio apparato sessuale. E al contrario di qualche mio amico non ho avuto l'acne. Ho perso la vista, piuttosto, questo sì).
Ma sto divagando, mi sa; il punto è: cosa manca? La tartaruga raggiungerà il piéveloce Achille? E soprattutto, che ruolo ho io in tutto questo? Posso fare qualcosa?
Michael Jackson ha gettato il seme (eeeh, ma sarei un pò vecchiotto per lui, ciò!) per una nuova riflessione.

E ora l'angolo culturale della filosofia (ho la febbre alta e mi sento giustificato a fare quello che mi pare).
Il paradosso di Zenone: se mi ricordo bene, e non ne sono tanto sicuro anche se l'aspirina comincia a fare effetto, esso poteva essere spiegato con l'esempio della tartaruga che parte da un punto y mentre Achille (piéveloce, eh!, mica cazzi) parte dallo stesso punto un pò dopo. Ce la farà a superare la tartaruga? Il paradosso consiste nel fatto che Achille, anche se più rapido, non riesce a raggiungere la tartaruga perché questa riesce sempre a muoversi di quella frazione millesima di spazio che le consente di restare davanti. Insomma, ad Achille manca veramente un niente, ma è quel niente che lo fa stare dietro.

Ho pensato a diecimila modi per conoscere questa persona, e oggi finalmente ne ho trovato uno che sembra efficace. Potrei fare un regalo. Una cosa così: eccoti un regalo dal commesso del tuo negozio di fumetti. Te lo faccio perché mi piaci. Bello, rapido e indolore.

Ecco, adesso mi allontano dalla tastiera. Proverò a dormire, ma la voglia di pizza è grande.
Febbre in questo momento: 38.3 gradi.




pensato da alberto  alle ore 11:21 PM
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