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IL BLOG CHE CERCAVI!

8 gennaio 2004


Sento la mancanza del corso di teatro. Me ne accorgo così, per caso, quando, camminando per strada con il lettore cd portatile che mi spara in testa la musica dei pink floyd (a proposito, ho trovato le campane dentro time...) , invece di ripassare le fasi del processo penale e l'istruttoria e tutto il resto, penso a come avrei potuto fare se Pino si fosse bloccato nel mezzo dell'improvvisazione che mettevamo in scena io e lui. Altre volte penso a come vorrei rifare il pezzo di Waldo, a come potrei trasformarlo da pezzo "letto" a pezzo "recitato". Penso ai saluti finali, a come avrei dovuto inchinarmi, al fatto che avrei dovuto guardare di più i miei genitori (che si sono lamentati della scarsa attenzione riservata loro la sera dello spettacolo), al fatto che ho lasciato sulla scena una forchetta con cui qualcuno avrebbe potuto farsi male (e in effetti Maddalena ci è finita sopra con un piede). Mi viene in mente Rebecca che viene a salutarci prima dell'inizio, penso a Kriss che ride isterica alle mie battute, al buio dietro alla tenda, alla Maddalena (si capisce dal nome che è una santa donna) che mi dice, mentre comincio a cagarmi addosso, che un pò di emozione è normale, sì, ma la paura no, quella non deve esserci perché stiamo per fare una cosa bella. Mi sorprendo al pensiero che una delle cose che mi facevano più paura era che la torcia non si accendesse perché l'eccessiva sudorazione della mia mano poteva rendere troppo scivoloso il pulsante di accensione -cosa successa durante le prove-; rido pensando a Gabriele che un giorno prima dello spettacolo comincia a capire che deve recitare anche lui e cambia parte della sua esibizione costringendo anche noialtri a modificare un pò di movimenti: rido al pensiero della mia reazione isterica di fronte a questi cambiamenti e ricordo le registe Lorenza e Rebecca che mi osservano divertite e sorprese (no, forse Lorenza non era poi tanto sorpresa) mentre faccio la mia scenata. Mi viene in mente, in mezzo a questi ricordi disordinati, la gioia di Lorenza che , terminato lo show, saltella da tutte le parti e viene a dirci dietro le quinte quanto siamo stati bravi, lei che durante le prove mi sembrava più distaccata di Rebecca, e ricordo di aver pensato che alla fine di un suo spettacolo, di una sua esibizione, non l'avevo mai vista così raggiante. Mi piace ripensare a queste sette persone che si sono conosciute a novembre e che, otto mesi dopo, dipendevano, almeno per un'ora, l'una dall'altra.
E, soprattutto, ricordo (e giuro che è vero, che non è una frase melodrammatica ad effetto) la sensazione di tranquillità  mentre, al buio, io e Kriss , perfettamente sincronizzati (seeeh!) arrivavamo davanti al pubblico e io, beatamente, ridendo sotto i baffi, mi dicevo cazzo quanto sono figo oggi.


pensato da alberto  alle ore 3:26 PM
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