padova: freddo e gelo. ci metto dieci minuti, alle 6.05 della mattina, a scaldare la macchina e a togliere lo strato di ghiaccio dal parabrezza. il leggero anticipo che avevo previsto sulla tabella di marcia diventa presto leggero ritardo, ritardo e ritardo forte. insomma: salgo sul treno per miracolo alle 6.40 in punto.
treno: tiro fuori la gazzetta per stemperare la tensione. la apro bene, anzi la tengo spalancata davanti al mio viso per non guardare la coppia che sta limonando -con rumori annessi- nei posti di fronte al mio. se tirassi giù la gazzetta e sbadigliassi, probabilmente questi due maleducati infilerebbero la loro lingua anche nella mia bocca.
parma: evviva, sono le nove e un quarto e il sole sbuca ad illuminare la mia giornata. questa città, poi, è carina. nella piazza principale (che sarebbe anche famosa, ma non mi viene il nome) guardo verso l'alto e li vedo. piccioni in picchiata si dirigono verso le briciole buttate in terra da un bambino. smettila, stupido -penso- che poi ci cagano addosso. vabbé, prima o poi anche nella sua vita si troverà uno schitto sulla macchina o -peggio- sulla testa e allora li odierà anche lui. che poi si parla tanto della vista delle aquile: ma le aquile stanno in montagna, dove ci saranno sì e no tre anime da tenere sott'occhio: vuoi mettere in città, dove 'sti cazzo di piccioni devono controllare migliaia di persone alla ricerca di un pò di briciole? e le vedono da lontano. altro che vista da aquila: la vista da piccione è meglio. o forse tutti gli uccelli vedono bene.
urrà: ho trovato la colonna sonora di "in the mood for love" per cristiana.
stazione: aspetto dieci minuti dietro una suora che chiede informazioni. che cazzo avrai da chiedere, vecchia: qui si fanno i biglietti. spostati e torna in convento a pregare. ma, dicevo, dopo dieci minuti arriva il mio momento: chiedo, con fare sicuro, il mio biglietto per padova e il tizio dello sportello mi fa notare, elegantemente, che quello è solo lo sportello informazioni. però, la suora aveva visto giusto. neanche fosse un piccione.
treno/2: giuro che è vero. è difficile crederci, ma trovo seduti al mio fianco un ragazzo e una ragazza che si guardano negli occhi. li guardo anch'io e capisco che il momento è buono per pomiciare. mi verrebbe voglia di incitarli: avanti con quelle lingue, occhio ai denti, aprite la bocca, succhiate. e invece, malvagio, decido di sabotarli: tiro fuori dal sacchetto il mcroyal deluxe che ho appena comprato, comincio a mangiarmelo, tiro fuori le patatine e le infilo in bocca. una scrofa accanto ai due innamorati. puzza di mcdonald, di fritto: i due allontanano le bocche un pò schifati.
padova/2: la maledizione del foglietto giallo. lo vedo in lontananza avvicinandomi alla macchina, sperando di sbagliarmi. niente da fare, la mia vista da piccione ha un fiuto particolare per queste cose: sa riconoscere una multa in mezzo a mille foglietti. beh, una multa in cambio di un esame: si può fare.