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IL BLOG CHE CERCAVI!

28 novembre 2003


Quando piove, io cammino.
Quando piove, io dimentico a casa l'ombrello.
Quindi: quando piove, torno a casa bagnato fradicio e incazzato.
Ma ieri non potevi non farti una bella passeggiata per le vie di padova, non potevi restare chiuso in casa, non potevi guardare la televisione e lasciare che il mondo fuori scorresse senza di te. Gli altri giorni sì, ma ieri no.
Ieri potevi girare ovunque, nelle strade del centro di padova, perché ti sentivi protetto. Andavi davanti al bò e vedevi che i neolaureati erano seguiti dalle forze dell'ordine: non il solito vigile, ma intere squadre di eroi. Se volevi, per avventura, andare al cinema altino, trovavi ad attenderti davanti all'entrata una decina di carabinieri (eroici, of course) pronti a tutto pur di proteggerti. Avevi voglia di farti un giro al portello, pericoloso ricettacolo di spacciatori, prostituti, vecchi bavosi, ortiche e paole? Ogni dieci passi trovavi un poliziotto che scrutava i volti dei passanti per assicurarsi che non vi fossero malintenzionati. E per tornare a casa, in riviera paleocapa, in bici, vedevi una decina di auto delle forze dell'ordine e altrettanti carabinieri il cui sguardo incrociavi nella speranza che ti ricambiassero con un'occhiata che vuol dire sì, tu puoi passare.
Potevo restare a casa? (ehi, e c'era anche lo spritz).
gli altri giorni, invece...

news: sono usciti anche il greatest hits di B. Springsteen e quello di Michael Jackson (capito, patetici moralisti, perché proprio la settimana scorsa gli hanno fatto denuncia?). Ed è in arrivo Pappalardo.

pensato da alberto  alle ore 6:03 PM

20 novembre 2003


Ieri, il mio amico Willy (sì: ho un amico che si chiama così, e spesso usciamo con una tipa che si chiama Maia) mi raccontava di aver subìto un'aggressione da una sua paziente. Questa, uscendo dal suo studio, gli diceva non mi basta solo un saluto, oggi; voglio un bacio. Lui fa per darle un bacio sulla guancia e lei: non sulla guancia, voglio un bacio in bocca. Al ché W. : ma tu sei tutta matta. In quell'attimo la donna, ammaliata dal fascino del suo terapeuta (che in quel momento rappresentava per lei, forse, il suo possibile padre) gli si avvinghia e comincia a morderlo, e parte una lotta che W. sostiene essere durata un paio di ore. In due, chiusi in uno studio senza poter chiamare nessuno fuori e bloccati: lei che cerca di fargli male, lui che vorrebbe tirarle un cazzotto sui denti ma non può farlo. Finale: arriva un altro paziente che dà una mano a Willy a tener ferma la donna mentre lui chiama polizia e psichiatri.
Embè, dico io? Ecco un caso di schizofrenia, mi dice lui, guardandomi fisso negli occhi.
Ripenso alla scena e dico: ma io credevo che fosse un'altra cosa, la schizofrenia. Lui, guardandomi con il suo affascinante sorriso: ci sono varie forme di schizofrenia: c'è quella catatonica, quella x, quella y, quella sempronia, etc.
- ma non potevi immobilizzarla, tirarle un pugno in testa?
- ci ho provato, ma in quello stato non sentono dolore, certe persone. (me lo dice con voce suadente).
Comincio a innervosirmi e chiedo spiegazioni sul come si può diventare schizofrenici, e lui, imperturbabile, mi racconta elegantemente che ci sono tre fattori che portano a quel punto: un fattore genetico, uno ambientale e un fattore-evento che scatena il tutto.
Chiesi se aveva mai visto qualcuno guarire da questa malattia; lui mi rispose che si trattava di una possibilità remota, ma che in certi pazienti aveva notato dei miglioramenti. Non potei fare a meno di notare un certo bagliore nei suoi occhi mentre mi parlava, come se cercasse di dirmi qualcosa.
Poi dopo che mi ebbe avvisato che non poteva intrattenersi oltre, perché in studio lo attendevano dei pazienti, lo salutai, pensando alle malattie genetiche che avrebbero potuto trasmettermi i miei.
Ci siamo salutati come al solito, anche se mi veniva il sospetto che il solito saluto non mi bastasse, che ci volesse un bacio. Tornando a casa mi investì uno scooter, ma non sentii nessun dolore.


Ecco un nuovo segno del Natale: basta col solito presepe, con il vecchio e marcio albero, basta con i dolci, i balocchi, i panettoni, il signor Bistefani. Basta. Non ci sono neppure i festoni natalizi, a Padova. Ma i greatest hits sì. Tutti i negozi di dischi hanno in vetrina il best of... di qualcuno. Ogni giorno uno nuovo. Red hot Chili Peppers, Rem, Peter Gabriel, Gigi d'Alessio, Nek, financo Masini. Marco Masini. Finché non mi compro il meglio di Marco Masini mi posso considerare psichicamente sano, vero? sì.

e finalmente, dopo aver messo su la traccia numero sette, dopo averla ascoltata tutta per bene, dopo aver fatto attenzione alle parole, capisco tutto. Non sono malato. Non ho un periodo buio. macché schizofrenia, depressione, panico. Non avevo capito niente, finora, della causa dei miei mali.
la malinconoia.


pensato da alberto  alle ore 12:35 AM

3 novembre 2003


[ cos'è 'sto rumore? occazzo, piove... voglio restare a letto (06.55) però... Massimo mi aveva detto che era senza capelli (08.00) non mi verrà mica a rompere i coglioni con la storia che la Ferrari è favorita dalla federazione, adesso (10.30) cazzo quanto fango, i pantaloni striscieranno si romperanno sono costati 48 euro (11.15) non lo troverò mai (11.30) non è possibile incontrarsi in mezzo a tanta gente; come facevo a divertirmi otto anni fa, come fanno a divertirsi tutti adesso? (12.30) beccato! (13.00) non so cosa voglio e con chi cazzo gira quello là? (13.30) chissà se le piaccio davvero... mah! (15.00) giro da solo come un imbecille, tutti gli altri girano in gruppi o in coppie e io giro da solo guardando la gente invece dei fumetti; domani arrivano gli altri e sarà  meglio (17.00) ah, è il cappellino che fa sembrare che abbia i capelli: in realtà  ce li ha solo sotto le orecchie... cazzo ne ha meno di Max e tifa McLaren (17.30) voglio andare a letto (18.00) bello questo posto; devo tornarci con... (19.30) paura di avere paura (22.00)
non ho fame, devo mangiare, avanti con quella nutella, avvicinarla alla bocca mi sembrava meglio (08.30) beh, va abbastanza bene (10.00) acqua acqua troppa acqua il cellulare non funziona più e vedo solo ombrelli se mi viene una crisi qui non ne vengo fuori; loro si divertono? (11.30) neanche un metro, la fila non avanza; come diavolo fa quello vestito da dragonball a petto nudo con tutta quest'acqua? potevo stare a padova . lo chiudo o lo tengo aperto? (12.00) per oggi non ci incontreremo di sicuro (14.00) il braccio sinistro ha freddo, i piedi sono fradici; ma A. ha acceso l'aria condizionata? tutta la roba sarà  bagnata, la camicia starà perdendo il colore cazzo (14.30) un bicchiere di vino fa sempre bene lo devo offrire io mi sento meglio; che cameriere gentile; bersagliere? non sarebbe più facile chiamarlo macchiato al Campari? (20.30) va bene va tutto bene ma A. non mi parla. mi è sembrato freddino tutto il giorno; Duccio... bisogna offrirgli qualcosa! (22.30) avrei dovuto farla passare prima io la V., che cazzo di cavaliere... farla dentro che poi entra anche lei non andiamo alla ricerca di fare altre figure di merda (23.30) se lo metto qui non cade, nessuno aprirà la finestra con questo freddo (00.00) ... anche il deodorante... stanotte non dormo. calma calma calma è successo anche a Monaco.
sole! (07.30) meno male che c'è M. sennò sarebbe come l'altro giorno (10.00) è solo, mando un messaggio a K.? che cazzo dico? esattamente qui a fianco a me ecco la solita storia meglio andare a cercare gli altri, potrei andare a salutare S. ma è meglio farlo dopo (11.00) oggi i capelli mi stanno bene; se mi metto sulla terrazza del palazzetto dovrei riuscire meglio a scrutare (12.00) tra due ore si parte... un sacco di gente, non sono più bagnato, è un'altra cosa... mancano A. e S. (14.00) prima o poi mi becca e la cosa sarà imbarazzante, che gente di merda, ragazzini da piazza Ricordi (14.30) ha ragione K.: forse le piaccio, ha risposto al mio messaggio in meno di trenta secondi (16.30)i soldi mi basteranno per il cd dei r.e.m. ? (18.30)]

pensieri sparsi da Lucca. (grazie ancora, duccio)

pensato da alberto  alle ore 10:02 PM

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