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soffritto

IL BLOG CHE CERCAVI!

26 febbraio 2004


Sono un ragazzo volgare.
Povera Annette... che figura le ho fatto fare. Oggi si parlava di Annette (quella che vive sulle alpi, come Heidi, che ha un amico del cuore, come Heidi, e che ha un fratellino che si rompe una gamba a causa -appunto- dell'amico) e, dissertando sul carattere della protagonista, io, tutto concentrato a non definirla troia (perché in fondo siamo in radio e certe cose non si dicono), mi lasciavo sfuggire che la ritenevo una iena per poi aggiungere, in diretta radiofonica, che era una deficiente che si incazzava come una biscia per una cazzata. Poco prima avevo definito il fratellino, Dany, uno sfigato. Tutto in rigorosa diretta radiofonica, con la Sonia che, scompisciandosi dalle risate, cercava di riportare il discorso su binari più civili.

Mi incazzo facilmente.
Ieri, verso mezzogiorno, facendo zapping, aspettando che il minestrone di merda di mio padre fosse pronto (da quando è a dieta vedo minestroni a tavola tutti i giorni), mi imbattevo in una tribuna politica su Telenuovo. In studio un paio di ospiti; a casa i soliti cazzoni che telefonano per dire la loro. Una signora chiama chiedendo ad un ospite che si era dichiarato favorevole al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso (giro di parole per dire: matrimoni froci) che cosa averebbe fatto se suo figlio fosse andato a Casablanca (!) a sposarsi con un altro uomo. L'ospite: gli vorrei bene lo stesso. La cretina: ah, sì? si vergogni, che schifo, ma come fa a voler bene a suo figlio e a pensare a queste cose, lei mi fa schifo. Attenzione: la telefonata non è stata interrotta. Il giorno prima, stessa rete, stessa trasmissione, un signore che commentava duramente le ultime esibizioni televisive del Cavaliere era stato interrotto e la linea era misteriosamente caduta. A parte le mie insinuazioni, bisogna riconoscere che la signora è una vera troia. Volevo dirlo e mi stavo per annotare il numero di telefono della trasmissione quando, perbacco, mio padre mi ha chiamato in tavola a mangiare il minestrone.

Sono un ragazzo indaffarato e studioso.
Invito tutti a venire in aula studio per controllare bevendo uno spritz insieme. Qualcuno lo ha già fatto e ha verificato la mia disponibilità, a dispetto del mio notevole e industrioso impegno negli studi.

Non attraverso un periodo positivo.
Eh, non voglio battere questo chiodo troppo a lungo. Steven mi fa notare che anche il blog è pervaso da una sinistra aria di tristezza. In realtà va meglio, da qualche tempo; anzi: mi pare di essere in costante miglioramento, anche se ho paura a dirlo.
Ma attenzione: tra un pò questo diverrà il blog più gaio del web.



pensato da alberto  alle ore 5:48 PM

23 febbraio 2004


Tutta la tua classe punta su di te... la tua città, ti chiama già...
non dovrei mettere su il cd con le sigle dei cartoni animati per più di due minuti quando accendo il pc. Ma mi riempiono di buonumore, 'ste canzonette, che ci posso fare?
Sono cinque ragazzi la mente pensante di godam... solo un gigante potente salvarci potràaaa... Godam porterà la libertà sull'umanitàaaa!
mi metto anche a cantarle, speriamo che nessuno mi senta (soprattutto quando mi metto a copiare gli acutini di Cristina d'avena - eh, ho un falsetto da paura, e la sigla di Creamy mi viene da dio!).tra l'altro Cristina d'Avena è lesbica. è importante, sul serio.
oggi alla radio ho parlato di Flo, la piccola Robinson: che meraviglia. domani toccherà a Hurricane Polymar: cosa ne penseranno gli ascoltatori friulani di una canzone giapponese anni '70? Rispondo io: chi se ne frega. il vero problema è che stiamo esaurendo i cartoni di cui parlare e raschiando il fondo del barile finiremo per parlare di cose tipo Snorky, He man, Mask, the Real Ghostbusters... beh, Mask era figo, secondo me. e anche He man. ma gli snorky no, anche se la sigla è fantastica (cristina, sempre tu!). ma sono cartoni animati americani, che razzo c'entrano in una rubrica sugli anime giapponesi? Dovremo inventarci qualcosa. e comunque abbiamo già parlato anche della balena Giuseppina e di Angie girl -dio, che odio quella bambina del cazzo!- quindi nessuno dovrebbe lamentarsi.
Chi fu l'eroe, per chilometri e chilometri, a cui, però, il destino disse no, ma il cuore è più potente di una macchina, e la paura non lo fermeràaaaa!ehi, Takaya, sei supercampionissimo, la rabbia del motore esploderà, la curva, la strada, la folla che grida pericolo, ma l'inferno aspetteràaaaa...
Takaya, ti amavo senza saperlo, scusami. da piccolo ti snobbavo (ero sempre dietro ai robot e alle maghette...), ma la sigla mi piaceva. qualche anno fa ti ho rivisto, e ricordo chiaramente di aver pensato: che cagata! e di non essermi perso nemmeno un episodio fino alla fine.
INTERLUDIO (come quelli che faceva Claremont sugli xmen quando doveva portare avanti le sue sottotrame...) - esattamente un secondo fa cristiana mi ha scritto di essere rientrata dal lavoro: ecco perché avevo sentito l'ascensore muoversi dal piano terra: era andato al quarto piano! figata! - fine interludio.
e domani (oggi per chi leggerà domani) alle 14 c'è la puntata di Lupin in cui arriva Goemon.
per ingannare l'attesa guarderò le puntate originali di RahXhephon. 343 le sta scaricando da internet, ho saputo; dev'essere per questo che non passa mai in negozio.
Nella galassia una stella brilla in più: è la speranza che l'amore vincerà, dolce principessa Aurora quando lo vuoi tu, che trionfi sopra il male la felicità... Quando vuoi, vincerai, tutto questo è starzinger, è felicitàààà...

cazzo, non mi chiamo Aurora...


pensato da alberto  alle ore 11:33 PM

21 febbraio 2004


Alba rossa, a padova. un colore innaturale, pare di essere dentro alcune scene di traffic. Vado in negozio, oggi mi aspetta una lunga giornata di lavoro. il tergicristalli della panda funziona male, non toglie tutta l'acqua dal parabrezza e io vedo male: ogni cosa è sfuocata. apro le saracinesche, accendo il computer, mi preparo spiritualmente ad accogliere gli avventori che in una mattinata rossa fuoco hanno deciso di comprare fumetti. Solo alle dieci lo capisco. E' la fine del mondo, il cielo non è più azzurro, oddio devo mandare un messaggio alla lorenza: moriremo lavorando nel suo negozio. Ssshh! (non devo pensarci, tra poco torna un colore normale). Quell'altro entra: bella giornata, oggi, eh?! mi dice compiaciuto. Pensavo di essere su Marte. E' vero, cazzo. noi lì a mandare le sonde su marte quando marte è qui a padova: ma moriremo? Sì, penso, moriremo tutti: giovani e vecchi, tutti insieme, senza differenze. Vittorina, veniamo con te. (io ero preparato, pensavo che nel duemilaesei sarebbero caduti i meteoriti e noi, tracchete, tutti morti. ma gli altri erano preparati?). E fuori dal negozio? poche macchine -e oggi non c'è nessuna misura antitraffico- nessuno si avventurerebbe fuori casa: tutti negli appartamenti, coi figli abbracciati ai nonni a guardare la finestra e ad aspettare il momento. Ecco, ne entra un altro. Mi dice che domani dovremo pulire tutte le macchine dalla polvere rossa. Di che parla? Come fa a pensare alla sua macchina adesso? siamo attaccati alle cose più sciocche anche in questi momenti. magari tra poco mi chiederà pure lo sconto sui fumetti. diomio, la fine è qui e questo pensa alla golf che si rovina! (devo chiamare i miei) magari lì fuori la gente muore , toccata dalla polvere di marte. come in un fumetto: bisogna isolarsi, scendere sottoterra, la polvere-che-uccide non ci toccherà. magari da qualche parte degli umani che hanno capito si stanno organizzando per resistere. magari hanno già approntato delle tute isolanti. devo mettere la radio. Scusa, io sarei tesserato... eccolo, attaccato al denaro, ti faccio il tuo diecipercento di sconto ma vattene. Però in una vera invasione dovrebbe nevicare, mi sa. Entra Seraj: ciao albi, visto che roba? cerco di nascondere l'ansia: non gli farò capire che forse sono i nostri ultimi momenti, che forse dovrebbe pensare a maometto, o chi cazzo sa lui. Da noi in giordania quando c'è questo cielo poi nevica...
Ecco, vedi. Ci siamo, comincio a vedere tutta la mia vita a ritroso: sto già pensando alla colazione di stamattina, tra poco rivivrò le emozioni di ieri sera. Che la polvere mi abbia toccato? Polvere dentro comicsland? nooo, impossibile, ci dev'essere un'altra spiegazione.
Driin! il telefono. E' la lorenza... mi ringrazierà per gli anni passati a servire il negozio. Alberto, ci sarebbe da prezzare i Tex, da esporre, da fare (no! i tex). Ah, hai visto che cielo, è la sabbia africana portata dal vento. Beh, ci vediamo oggi pomeriggio.
La vita smette di passarmi davanti agli occhi. Marte... Padova... Sahara... Africa.
Mi metto a prezzare i tex.
Niente finali eroici, per me; e nemmeno per gli altri. ci troveremo tutti in fila a lavare la macchina.

padova, 21 febbraio 2004

pensato da alberto  alle ore 3:29 PM

9 febbraio 2004


padova: freddo e gelo. ci metto dieci minuti, alle 6.05 della mattina, a scaldare la macchina e a togliere lo strato di ghiaccio dal parabrezza. il leggero anticipo che avevo previsto sulla tabella di marcia diventa presto leggero ritardo, ritardo e ritardo forte. insomma: salgo sul treno per miracolo alle 6.40 in punto.
treno: tiro fuori la gazzetta per stemperare la tensione. la apro bene, anzi la tengo spalancata davanti al mio viso per non guardare la coppia che sta limonando -con rumori annessi- nei posti di fronte al mio. se tirassi giù la gazzetta e sbadigliassi, probabilmente questi due maleducati infilerebbero la loro lingua anche nella mia bocca.
parma: evviva, sono le nove e un quarto e il sole sbuca ad illuminare la mia giornata. questa città, poi, è carina. nella piazza principale (che sarebbe anche famosa, ma non mi viene il nome) guardo verso l'alto e li vedo. piccioni in picchiata si dirigono verso le briciole buttate in terra da un bambino. smettila, stupido -penso- che poi ci cagano addosso. vabbé, prima o poi anche nella sua vita si troverà uno schitto sulla macchina o -peggio- sulla testa e allora li odierà anche lui. che poi si parla tanto della vista delle aquile: ma le aquile stanno in montagna, dove ci saranno sì e no tre anime da tenere sott'occhio: vuoi mettere in città, dove 'sti cazzo di piccioni devono controllare migliaia di persone alla ricerca di un pò di briciole? e le vedono da lontano. altro che vista da aquila: la vista da piccione è meglio. o forse tutti gli uccelli vedono bene.
urrà: ho trovato la colonna sonora di "in the mood for love" per cristiana.
stazione: aspetto dieci minuti dietro una suora che chiede informazioni. che cazzo avrai da chiedere, vecchia: qui si fanno i biglietti. spostati e torna in convento a pregare. ma, dicevo, dopo dieci minuti arriva il mio momento: chiedo, con fare sicuro, il mio biglietto per padova e il tizio dello sportello mi fa notare, elegantemente, che quello è solo lo sportello informazioni. però, la suora aveva visto giusto. neanche fosse un piccione.
treno/2: giuro che è vero. è difficile crederci, ma trovo seduti al mio fianco un ragazzo e una ragazza che si guardano negli occhi. li guardo anch'io e capisco che il momento è buono per pomiciare. mi verrebbe voglia di incitarli: avanti con quelle lingue, occhio ai denti, aprite la bocca, succhiate. e invece, malvagio, decido di sabotarli: tiro fuori dal sacchetto il mcroyal deluxe che ho appena comprato, comincio a mangiarmelo, tiro fuori le patatine e le infilo in bocca. una scrofa accanto ai due innamorati. puzza di mcdonald, di fritto: i due allontanano le bocche un pò schifati.
padova/2: la maledizione del foglietto giallo. lo vedo in lontananza avvicinandomi alla macchina, sperando di sbagliarmi. niente da fare, la mia vista da piccione ha un fiuto particolare per queste cose: sa riconoscere una multa in mezzo a mille foglietti. beh, una multa in cambio di un esame: si può fare.

pensato da alberto  alle ore 9:56 PM

5 febbraio 2004


Shingo Tamai... chi era costui? Beh, toccherà saperlo, visto che tra un'ora parte la rubrica radiofonica sui cartoni. Un ottimo modo per non pensare al diritto dei sindacati, che da qualche giorno odio profondamente, un ottimo modo per non pensare al diritto tout-court (che figo che sono, però) che detesto da qualche anno. Così non penso nemmeno a tutte le cose diritte del mondo, io che sono un pò storto.
Frodo nel frattempo è riuscito a distruggere l'anello. Bravo, cazzo. Un omino così piccolo che riesce in un'impresa così grande. E tutti a guardare Legolas il bello, Aragorn l'eroe, Gandalf il figo; macché: l'eroe è lui, il piccolo hobbit, l'unico che non combatte mai. C'è da imparare, direi. Penso che mi rimetterò a leggere il librone di Tolkien, e tra qualche settimana scriverò a che punto mi interromperò per riporlo sullo scaffale, accanto all'Orlando Furioso e ai Promessi Sposi.
Ho letto Re Davide di Kyle Baker, presto te lo presto. E dovrai leggerlo e uscire più spesso a bere lo spritz e a divertirti perché non avrai più scuse. eh, eh...
Da qualche giorno il centro Giotto esercita su di me un fascino speciale. Non è la prima volta, negli ultimi sei anni, che mi capita di passarci davanti e di pensare devo entrare per poi magari cambiare idea all'ultimo secondo. Mi avrà visto, non mi avrà visto, che figura di merda. Cosa potrei andare a far finta di comprare? Una volta erano i salumi. Adesso? magari del brodo di pesce, saprei a chi darlo.
Settimana prossima: esame, sci, padova. Ovvero come iniziare una settimana male e finirla peggio. In mezzo, si spera, il meglio.


pensato da alberto  alle ore 12:05 PM

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